GINO DE DOMINICIS
dal 11/10/2002 al 9/11/2002
Gino De Dominicis (Ancona 1947 - Roma 1998) personalità artistica a livello internazionale fra le maggiori del dopoguerra, certamente tra le più articolate e complesse, pittore, scultore architetto, che non si è mai curata di essere in sintonia con le sempre più frequenti ed eclatanti novità artistiche. Inizia ad esporre nel 1966. Non attribuirà alcun valore documentario significativo alla fotografia, affiderà il suo messaggio unicamente alle proprie opere rifiutando il gioco pubblicitario e d'immagine del sistema dell'arte, non appronterà mai cataloghi relativi alla propria opera e le difenderà da qualsiasi riproduzione; come si opporrà alle contaminazioni multimediali sempre più in voga."La "contaminazione" tra i linguaggi è sempre stata in una sola direzione: i vari linguaggi "artistici" hanno sempre attinto o copiato dalle arti maggiori e mai viceversa." GDD.
Notissime alcune sue opere erroneamente considerate concettuali, come "2° soluzione di immortalità" rapportato da Eugenio Montale, nel suo discorso ufficiale all'Accademia di Svezia in occasione del conferimento del Premio Nobel, al linguaggio di Rembrant e Caravaggio nelle loro epoche, o come Mozzarella in Carrozza del '70, dove De Dominicis, smentendo Duchamp, ironizzando, dimostrava che il contenitore - il luogo espositivo- non trasmutava l'oggetto messo in mostra. De Dominicis è sempre stato avverso alla performance che riteneva linguaggio del teatro, le sue "azioni" erano considerate dall'artista parte della propria poetica nello specifico del linguaggio filmico.
Indubbiamente il De Dominicis più grande è quello pittore, inventore di fantastiche immagini ispirate all'arte "prediluviana", ai mitici eroi dell'epopea sumera narrata nelle gesta di Ghilghamesh (re artista) e Urvasi (dea della bellezza), figure e pittura di inusitata ricercatezza formale, di straordinaria forza psicologica introiettiva e di rinnovata forza e potere mitopoietico. Di converso i grandi risultati estetici di De Dominicis sono ottenuti con una minima varietà di mezzi espressivi: le tempere, spesso monocrome, la matita, la tavola. "Chi non crea opere d'arte con il disegno e la pittura, non lo fa per una propria scelta, molto più semplicemente non è capace di farlo." GDD.
Preso la Galleria Folini saranno esposte un importante, selezionato gruppo di raffinatissime opere pittoriche dalle tecniche e tematiche più peculiari dell'artista.
Scrive D'Oora nella presentazione: "figure, forme, apparenze, ieroscopie, che sono state e sempre saranno verità profonde: da qui la grande attrazione, il magico magnetismo, che queste piccole opere esercitano. Il loro fascino, la forza d'attrazione, la straordinaria bellezza che irradiano, nasce dal fatto che, a fronte di un'immagine apparentemente di contenuta complessità - la pittura di De Dominicis è altra, differente, contraria alla frammentarietà dello spazio, opposta all'indifferenza della modernità, si installa nel tempo, oltre la storia,- si ha un eccesso d'intensità comunicativa, sia in senso contenutistico, sia di partecipazione emotiva: qui i sentimenti possono corrispondere alle fabulazioni mitiche, qui i sogni sono portatori di conoscenza e verità."