Guido Botta e Stefano Medaglia: Custodi Del Fuoco
Dal 14/12/2006 al 12/1/2006
Ceramiche di Guido Botta e Stefano Medaglia
La mostra con ceramiche di Guido Botta ( Mendrisio,1963 ) e Stefano Medaglia ( Tradate,1970 ) presentate da un testo di Maurizio Medaglia intitolato “Custodi del fuoco ", verra' inaugurata insieme agli artisti presso le sedi della galleria d’ arte di Dedette e Renato Folini e della galleria di design “Stile Libero" di Cristina e Paolo Pellegrini, entrambe site nel centro di Chiasso a poca distanza tra loro.
Di Guido Botta, da anni stretto collaboratore dell’ Arch. Mario Botta, verranno esposte delle serie a tiratura limitata di vasi, piatti ed altri oggetti da tavola realizzati su suo disegno presso le storiche manifatture ceramiche Ibis di Cunardo ( Val Ganna, Varese, Italia ); in particolare si segnalano i piatti dipinti con un segno - come rileva Maurizio Medaglia nel suo testo - “ calligrafico ed in leggero rilievo, tale da far emergere la profondita' umbratile delle superfici".
Di Stefano Medaglia, pittore, saranno mostrate le recentissime ‘sculture da tavolo’ ( “Pietre miliari" e “Idoli degli occhi" ) ed alcuni piatti graffiti e dipinti : tutti pezzi unici anch’essi realizzati presso le Ibis di Cunardo nel corso del 2006 e plasmate da “ un segno inciso e potentemente coropla'stico che sprofonda dentro le superfici per rilevarne e rivelarne la luminosa ed intima profondita'".
La mostra, come si evince, dalla presentazione di Maurizio Medaglia, vuole richiamare l’attenzione su due artisti di qualita' e, per questo motivo, considerati “custodi del fuoco" e non “adoratori della cenere“ , alludendo a quanto sostenuto dal musicista Gustav Mahler al riguardo : ossia che il fuoco e' trasformazione e che la tradizione, ripensata con chiarezza ed attenzione e non passivamente citata, e' un modo per conservarne l’energia trasformatrice. In altre parole, quelle di Paul Bocouse, chef che di fuochi se ne intende : “ creativita' e' non copiare".
Inoltre i pezzi esposti di Guido Botta e di Stefano Medaglia sono considerati unici non tanto e non solo per la loro effettiva unicita', quella del pezzo unico e della serie limitata, ma soprattutto per via di una particolare e rara qualita', quella del suddetto ‘ripensamento’ , che a differenza delle cose fatte con la catena di montaggio della citazione puo' rendere unico anche un pezzo di design da grande serie.
La presenza simultanea della mostra presso due differenti gallerie, una d’arte contemporanea e l’altra di design, intende invece evidenziare - con riferimento a Marcel Duchamp e a Guy Debord - che se non puo' esistere un’arte situazionista e' invece possibile praticare un uso situazionistico dell’arte.